Articolo 15 – AI e infanzia – Progettazione responsabile

L’infanzia è la fase più delicata della vita: ricettiva, creativa, ma anche estremamente vulnerabile.
Quando entra in contatto con i bambini, l’intelligenza artificiale deve essere progettata con
cura speciale.

I bambini non sono semplici utenti: sono persone in formazione.


L’IA può diventare una preziosa alleata oppure un’insidiosa presenza, l’etica chiede un cambio di paradigma: non vietare, ma educare.


Un’IA destinata ai più piccoli deve:

  • stimolare la curiosità, non sostituire il gioco o la relazione,
  • essere trasparente nei contenuti e negli intenti,
  • evitare manipolazioni nascoste o fidelizzazioni precoci,
  • rispettare tempi, silenzi e domande tipiche dell’età infantile.


La progettazione deve essere realmente a misura di bambino: fondata su competenze pedagogiche, test etici, linguaggio accessibile e interazioni controllabili da adulti e genitori. Non basta che un’IA non faccia danni: deve attivamente proteggere.


Il rischio più sottile è l’invisibilità degli effetti: suggerimenti di contenuti, imitazione di comportamenti, fiducia cieca nell’algoritmo.
Per questo serve una progettazione responsabile, in cui ogni dettaglio – voce, grafica, linguaggio – sia pensato per accompagnare la crescita senza invaderla.


Messaggio ai genitori
Cari genitori, l’IA può essere utile anche ai più piccoli, ma solo se progettata con rispetto e attenzione.
Ogni IA che interagisce con i bambini deve essere sicura, comprensibile, tracciabile e fondata su criteri educativi.
Non vogliamo sostituire le relazioni, ma affiancarle.
Non vogliamo intrattenere a tutti i costi, ma
accompagnare con delicatezza il percorso di crescita.


I bambini vengono prima di tutto.
Un’IA etica li accompagna, non li sostituisce.

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